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- Ceiba
< Back Ceiba Ceiba Ceiba è un genere di piante della famiglia delle Bombacacea , di cui fanno parte una decina di specie di alberi tropicali originari dell’America centrale e meridionale. Il tronco rigonfio è senza dubbio il tratto distintivo di questa pianta: alla base è molto largo e si assottiglia verso l’alto, forma simile ad una bottiglia, da qui albero bottiglia . Questi alberi sono tra i più alti della foresta pluviale e possono raggiungere un’altezza fino a 60 metri. Il tronco è una delle parti più interessanti della pianta, solitamente protetto da spesse punte, è di una sfumatura di verde chiaro particolare, colore dovuto alla presenza di pigmenti fotosintetici nella corteccia. Il legno perde questa caratteristica negli anni e man mano che invecchia diventa grigio. La Ceiba è uno dei simboli più cari alla cultura Maya: una leggenda narrata sul loro libro sacro il Popul Vuh, racconta che a seminare ogni ceiba furono gli dèi creatori, al centro dell’universo piantarono la Grande Madre Ceiba i cui rami arrivavano fino al cielo, a rappresentare il punto di contatto con la divinità, e il tronco invece la vita sulla Terra e le radici un’allegoria dell’oltretomba. Link Previous Next
- Fotografie orti botanici e giardini | Terrimago
Servizi fotografici di giardini e orti botanici realizzati da terrimago.com. Le fotografie sono di Cristina Archinto e i testi di autori qualificati Servizi fotografici GIARDINI, ORTI E PARCHI Storie avvincenti e mille curiosità Terrimago ti offre l’opportunità di immergerti nei giardini, orti botanici e parchi di tutto il mondo, attraverso servizi realizzati con competenza ed entusiasmo con le fotografie di Cristina Archinto e i testi di diversi autori. Servizi fotografici per appassionati e curiosi fruibile gratuitamente perché secondo noi diffondere la cultura del verde è il primo passo per imparare ad averne il rispetto. Iscrivetevi alla newsletter per tenervi sempre aggiornati e aiutateci a farci conoscere al mondo. ORTI ORTI BOTANICI e scoperte AVVINCENTI Chiunque entri in un Orto Botanico rimane colpito dall’infinita varietà di colori e profumi, attitudini e forme del mondo vegetale. Questi servizi raccontano la storia di una passione che ha spinto gli uomini verso spazi ignoti, a esplorare le frontiere del sapere. Meise Botanical Garden Botanical Gardens Enchantment of light Botanical gardens Dublin Botanic Garden Botanical gardens Berlin Botanical Garden Botanical gardens Madrid Botanical Garden Botanical gardens Amsterdam Botanical Garden Botanical gardens Botanical Garden of Naples Botanical gardens Geneva Botanical Garden Botanical gardens Palermo Botanical Garden Botanical gardens Chicago Botanical Garden Botanical gardens Pallanca Exotic Garden Botanical gardens Botanical Garden of Siena Botanical gardens Zurich Botanical Garden Botanical gardens Villa Rocca Botanical Park Botanical gardens Hanbury Botanic Gardens Botanical gardens Load More AMBIETE Storie e curiosità di piante e vivai Circondati quotidianamente da meravigliose piante e fiori diamo, sempre per scontato che siano sempre state tra noi, ma non è così, la maggior parte del verde che ci appartiene arriva da lontano. Questi servizi approfondiscono la storia di alcune piante e alberi , raccontano da dove vengono e chi ha avuto il coraggio di affrontare interminabili viaggi per farcele conoscere. Inoltre racconta di curiosità e il loro utilizzo in giro per il mondo. The Lavendeto of Assisi Nursery The Victorias Botany Nurseries Cuba Nurseries Water Nursery Nurseries _LIG1663view.jpg Nursery Rome rose garden Garden Opuntia Botany Macarenia clavigera Botany The lawn of Villa Pisani Botany Poppies and bees Botany Palm trees in Liguria Botany Palm groves botany Moutan Botanical Center Nursery Load More GIARDINI parchi e giardini e le loro storie Dietro ogni giardino c'è una storia, anzi spesso mille storie fatte di donne e uomini che hanno amato e lottato per il loro giardini. Storie di pazienza e di lungimiranza, di scoperte e avventure, tante storie che ci sono arrivate a noi attraverso questi luoghi meravigliosi. Royal Villa of Marlia Gardens Garden of Villandry Gardens Engadine Photo diary Z6I_0025.jpg Stories set Orsan Priory Garden Ravino Gardens Garden Botanical Gardens of Villa Taranto Parks Garden of Peace Garden Villa la Pergola Gardens Garden Gardens of Villa Melzi Garden Sigurtà Garden Park Park Bercy park Park Villa Lante Garden Villa la Grange Park Park Masone labyrinth Garden Kenroku-en Garden Garden Load More Tutti i servizi di Terrimago newsletter
- Engadina | terrimago
Una gita fotografica invernale nell'alta Engadina, tra boschi e laghi ghiacciati che cantano, con consigli e suggerimenti per realizzare delle belle fotografie sulla neve e in montagna. DIARIO FOTOGRAFICO Paesaggio invernale in Engadina Fotografie e testo di Cristina Archinto S pinta dalla voglia di cambiare il mio orizzonte visivo, mi sono ritrovata in alta montagna in un luogo meraviglioso tanto amato sia dal filosofo Friedrich Nietzsche che dal pittore Giovanni Segantini che spesso ne ritrasse i suoi paesaggi; la valle dell’alta Engadina. Le suggestive alte montagne innevate, che in basso sono ricoperte da fitti boschi scuri di pini e di cembri, fanno da contrapposto a una vasta zona pianeggiante con i suoi bianchi laghi ghiacciati. Dopo una giornata passata sulle cime delle montagne dove il paesaggio era mozzafiato ma molto "cartolina" e forse poco intrigante ho optato per la pianura. Per prima una passeggiata nei boschi limitrofi e il giorno dopo un’affascinante passeggiata sul lago di Sils, per scoprire i suoi ghiacci le sue crepe ma anche i suoi canti. Si perché ho scoperto che lo specchio d'acqua ghiacciato canta, emettendo degli schiocchi e delle armonie che ricordano quasi il canto delle balene, un fenomeno che avviene solo in alcuni momenti quando avviene l'espansione e la contrazione dei ghiaccio dovuto ai cambiamenti di temperatura. Sicuramente intrigante ma anche un po’ spaventoso soprattutto quando ti ritrovi nel bel mezzo del lago. In generale anche se stimolante non è facile fotografare la neve, prima di tutto bisogna stare attenti all’esposimetro, che colpito dalla luce intensa che si riflette sulla neve vi spingerà a fare foto un po’ scure. Anche l’autofocus non è felice quando cerca di mettere a fuoco se puntato su una superficie molto bianca. Inoltre bisogna state attenti all’inquadratura, non è banale fotografare le distese bianche senza appiattire tutto il paesaggio. Appunti fotografici I boschi innevati sono meravigliosi , sono silenziosi, molto silenziosi. In questo caso visto la scarsità di neve c’erano anche gli aghi dei pini che, adagiati sul manto bianco, creano un’interessante trama. Ho cercato di cogliere quel silenzio e contrasto. Una parte interessante del fotografare un paesaggio innevato è che i colori diminuiscono notevolmente in compenso le tonalità aumentano. In questo caso tolto il nero e il bianco ci ritroviamo con i solo verdi e marroni. Con le sfuocature si possono creare le profondità di un’immagine, in questo caso a fuoco ho messo la giovane cannuccia selvatica con la neve intorno con la modalità macro sfuocando totalmente lo sfondo. I riflessi sulle le acque ferme sono sempre la mia passione, in questo caso visto che il soggetto è il fiume e il riflesso della montagna copre solo una piccola parte dell’inquadratura, crea profondità e l’illusione che ci sia della neve sul fiume, inoltre anche qua i colori sono due i marroni e gli azzurri. Per raccontare la vastità del lago ghiacciato, il mio cane Cannella è stato propizio, come del resto la signora col cappello, rendendo la fotografia anche più interessante. In questa immagine racconto la potenza del paesaggio , con le montagne e le striature sinuose bianche di neve che si staglia in un azzurro intenso appoggiata sulla vastità del lago. Fotografare il ghiaccio è difficilissimo! Difficile metterlo a fuoco, trovare la giusta esposizione e soprattutto camminarci sopra senza finire gambe all’aria con tanto di macchina fotografica! Un buon punto di fuga e conseguentemente profondità si c rea con una bella staccionata o delle tracce sulla neve. E questo è quello che intendo quando suggerisco di guardare i grandi artisti per imparare le inquadrature! Giovanni Segantini, La morte (Trittico delle Alpi) 1897-99 Domanda: Perchè in questa fotografia, che ho trasformato in bianco e nero, la neve sembra sabbia? GALLERY Foto ©CRISTINA ARCHINTO Altri GIARDINI e PARCHI Reggia di Venaria Reggia di Venaria Giardini Botanici di Villa Taranto Giardini Botanici di Villa Taranto I giardini di Villa Melzi I giardini di Villa Melzi Parco giardini di Sicurtà Parco giardini di Sicurtà Gairdino di Villa Lante Villa Lante parco del Flauto Magico Parco Flauto Magico Bomarzo
- Terrimago Progetti
Terrimago edition è specializzata in immagini di giardini e di case. Con le fotografie di Cristina Archinto Terrimago edition aiuta a promuovere i giardini e case attraverso la realizzazione di diversi prodotti editoriali. Servizi fotografici, cartoline, libri, merchandising e siti internet. Terrimago progetti PER IL TUO GIARDINO Terrimago è specializzata in immagine di giardini e di case. Con i servizi fotografici di Cristina Archinto Terrimago realizza prodotti editoriali ad hoc per aiutare a promuovere giardini, parchi, dimore storiche, strutture ricettive e cantine. Siti internet, libri e merchandising tutti rigorosamente raffinati e curati in ogni dettaglio per far crescere il proprio giardino al di fuori dei suoi confini naturali. siti LIBRI gadget La fotografia di giardini La fotografia di giardini è un genere di nicchia molto specifico che richiede numerose conoscenze tecniche e un amore profondo per la bellezza della natura, oltre ad una ricca preparazione in ambito botanico. Ritrarre al meglio un giardino è molto più difficile di quello che si pensa. I giardini cambiano di giorno in giorno e di ora in ora, bisogna essere in grado di cogliere il momento giusto con la luce giusta e l'inquadratura giusta per ritrarre un insieme armonico che esalterà il giardino e le sue piante. Per poter rappresentare in fotografia l’energia degli ambienti naturali è necessario saper cogliere le luci insieme alle ombre, tutti i colori presenti e le diverse forme visibili. La ricompensa al duro lavoro è la creazione di immagini intense e memorabili che racconteranno al meglio il tuo giardino per sempre. Come lavoriamo Il primo passaggio è una riunione nella quale si analizzano a fondo le esigenze del cliente . Potrebbero interessare prodotti per uso privato oppure progetti più completi come l’elaborazione di merchandising per l’avviamento di bookshop. Dopo un’attenta analisi dei dati e delle esigenze vengono studiati vari prodotti ed elaborati diversi preventivi da sottoporre al cliente. Da notare che tutti i lavori proposti saranno originali e verranno realizzati sempre a stretto contatto con il cliente. Le realizzazioni Il punto di partenza sono le fotografie di Cristina Archinto, professionista del settore da molti anni, che con la sua esperienza riesce a raccontare l'emozione e la singolarità di un giardino, di un paesaggio o di interni di case, attraverso immagini originali e uniche. Una volta realizzato il servizio fotografico, Terrimago elabora eleganti stampati di vario genere, da semplici ma pur sempre amate cartoline, a pieghevoli di diversi formati per arrivare a pubblicazioni più importanti come libri, per i quali Terrimago si avvale anche dell'aiuto di professionisti quali scrittori, giornalisti e illustratori, per raccontare nel miglior modo possibile la storia, la bellezza e la singolarità di un giardino, di un parco o di una casa ma anche di un’antica dimora oppure di una cantina con il suo vigneto. La stampa, per una resa ai massimi livelli, é realizzata per lo più in offset da professionisti del settore con macchine di ultima generazione. . Per quanto riguarda la creazione di eventuali bookshop presso i giardini, Terrimago analizza i dati relativi ai visitatori per calcolare la redemption, ovvero il rapporto fra numero di visitatori e i possibili acquisti fatti al termine della visita. Questa analisi permette di suggerire i prodotti che corrispondono al valore emotivo della visita; ogni oggetto ha la sua importanza più l’esperienza è stata forte e coinvolgente più l’acquisto vorrebbe essere mirato. Inoltre, per soddisfare al massimo i suoi clienti, Terrimago crea anche siti internet , dallo sviluppo alla messa online, usufruendo dei più innovativi site-builder per consentire una futura gestione in totale autonomia. Per qualunque informazione o richiesta non esitate a contattarci o scriverci via Live Chat Terrimago far crescere il proprio giardino al di fuori dei suoi confini naturali ULTIMI LIBRI REALIZZATI PER PRIVATI
- Orto Botanico Zurigo | terrimago
Il verde botanico a Zurigo si divide in due: da una parte l’orto botanico, dall’altra la vastissima serra malgascia allo Zoo. Istituito negli anni ‘70 ed inizialmente privato, ora l’Orto Botanico di Zurigo fa parte del dipartimento di Scienze Naturali dell’Università di Zurigo. SVIZZERA ORTO BOTANICO DI ZURIGO E LA SERRA DEL MADAGASCAR di CARLA DE AGOSTINI Il verde botanico a Zurigo si divide in due: da una parte l’orto botanico, dall’altra la vastissima serra malgascia allo Zoo. Il primo è situato su una collinetta non lontano dal centro cittadino e non perde il suo fascino nemmeno d’inverno. Istituito negli anni ‘70 ed inizialmente privato, ora l’ Orto Botanico di Zurigo fa parte dell'Istituto di Botanica Sistematica ed Evolutiva dell’Università di Zurigo. Il giardino presenta tre serre visitabili a mezza sfera con differenti aree climatiche: la foresta tropicale di montagna, l’area dei venti secchi dei tropici con una vetrina dedicata alle piante carnivore e la foresta pluviale tropicale delle pianure, dove l’umidità è del 90% e la temperatura è di circa 26 °C sia d’estate che d’inverno. Le serre disegnate da Hans e Annemarie Hubacher, Peter Issler e Hansulrich Maurer, terminate nel 1976, ad oggi sono state più volte ristrutturate in plexiglas perché col tempo avevano perso gran parte della loro trasparenza con effetti dannosi sulla crescita delle piante. L’entrata principale è da Zollikerstrasse, salendo le scale, già si può ammirare l’attenzione e la cura richiamate dal Mixed Border : uno stile sviluppato in Inghilterra alla fine del 19° secolo, che permette di valorizzare le piante durante ogni stagione. Fiori annuali, piante perenni e piccoli arbusti vengono selezionati in modo che qualcosa sia sempre in fioritura, in primavera risaltano le geofite, e in inverno ci sono graminacee con infiorescenze sbiadite, che si ricoprono di brina e costituiscono un’attrazione molto particolare. L'obiettivo è didattico e l’interesse è di far risaltare la semina come un processo armonico e naturale. Allo zoo di Zurigo con circa 4.000 animali di 380 specie diverse, dove l’abitante più anziana è una tartaruga gigante delle Galapagos di oltre 70 anni, si aggiungono oltre 5 ettari e mezzo di verde con oltre un milione di specie di piante provenienti da tutto il mondo. La serra malgascia è una struttura metallica alta 30 metri, rivestita in EFTE, un materiale che simula la luce solare, consente di coprire e coibenta, in maniera leggera, gli oltre 11.000 metri quadrati di superficie. Grazie a questo materiale d’avanguardia, sensibile alla luce e ad alto valore d’isolamento, dal giugno 2003, è possibile immergersi in una fitta foresta tropicale, popolata da più di 20 mila piante e 45 specie di vertebrati tropicali, tra cui spiccano gli animali lasciati in libertà, come i lemuri. Qui è possibile vivere la foresta di Masoala, con temperature che variano dai 20 ai 30° C e il suo tasso di umidità altissimo, con una media di precipitazioni di 6 mm al giorno. Queste piogge tropicali sono realizzate attraverso un interessante sistema di riutilizzo dell’acqua piovana, che permette un’irrigazione equivalente di 80.000 litri d’acqua al giorno. La convivenza tra fauna e flora è nata per aiutare la preservazione della biodiversità degli ecosistemi del Madagascar. Attraverso il progetto Masoala, lo zoo di Zurigo ha deciso di sostenere il governo malgascio nella conservazione e nella tutela di una delle zone mondiali ad alto rischio di estinzione. Il Madagascar infatti, nonostante rappresenti solo l’1% della superficie terrestre, è tra le aree più ricche di biodiversità: ci vive circa il 3% totale delle specie animali e vegetali del pianeta e a oggi vi è accertata la perdita di almeno il 70% della copertura vegetale primaria. Flora e fauna si possono apprezzare anche dall’alto, dove si ammirano le piante acquatiche, le felci, le liane, i bambù, e gli animali. Tutta questa attenzione è in linea con uno dei compiti principali assunti dal giardino per il XXI sec: promuovere e rafforzare le relazioni tra vegetazione e umanità, cercando di trasmettere e valorizzare l’interconnessione sempre più evidente tra piante, ambiente e salute. GALLERY Foto ©CRISTINA ARCHINTO Info: Sito ufficiale Melo Cinese Altri giardini botanici e vivai Giardino Botanico Nuova Gussonea Orto Botanico di Catania Orto Botanico di Ginevra Centro Botanico Moutan Orto Botanico di Palermo Roseto di Roma Chicago Batanical Garden Parco Botanico Villa Rocca
- Incanto di luce Orto Roma | Terrimago
Fin dagli albori la luce ha sempre affascinato l’uomo perché rappresenta il potere supremo di illuminare l’oscurità. Prima, ovviamente fu il fuoco a rischiarare e a difendere l'uomo, poi Edison portando la luce nelle case con una produzione di massa di lampade e di corrente elettrica, anche se non fu lui l’inventore vero e proprio. All'Orto Botanico di Roma abbiamo un assaggio di Light Art per vederlo sotto una nuova luce. LAZIO ORTO BOTANICO DI ROMA Incanto di luci Fotografie e testo di Cristina Archinto Fin dagli albori la luce ha sempre affascinato l’uomo perché rappresenta il potere supremo di illuminare l’oscurità. Prima, ovviamente fu il fuoco a rischiarare e a difendere l'uomo, poi Edison portando la luce nelle case con una produzione di massa di lampade e di corrente elettrica, anche se non fu lui l’inventore vero e proprio. Oggi abbiamo un po’ perso l’abilità di “vedere al buio" e in assenza di luce diurna siamo abituati ad avere tutto illuminato, ma malgrado questo continuiamo ad essere attratti dalla suo potere e le sorgenti luminose riescono ad emozionare come poche cose al mondo. Attivando particolari abilità cognitive, la luce appassiona, impressiona e in generale crea benessere, legato forse anche a quel recondito ricordo primordiale, e ci porta a un senso armonico con l'ambiente circostante. Inoltre se a una sorgente luminosa magari colorata, si associa anche un flusso sonoro, come un brano musicale, si evince una sensazione quasi tattile finendo per “sentire” la luce. Questo è più o meno quello che succede alla mostra d’arte sensoriale all’Orto Botanico di Roma Incanto di luci. Un percorso di light art di un chilometro e mezzo ideato dal light designer Andreas Boehlke, con le suggestive musiche del compositore e sound designer Burkhard Fincke; opere che raccontano in modo artistico alcuni angoli di questo luogo meraviglioso. Le installazioni, con lampadine a led per avere un minimo impatto ambientale, ci riportano un orto botanico completamente diverso, possiamo proprio dire sotto una diversa luce. Alberi e piante dai colori sfarzosi, prati pieni di lucine intermittenti o palle che si illuminano di mille sfumature di colori diversi, scalinate tappezzate di lucciole o sagome luminose di renne che brucano tra i cespugli e altro ancora. Certo per gli amanti della natura o dell’orto stesso tutto questo fa uno strano effetto, vedere palme blu e fontane verdi o prati ricoperti di lucine rosse risulta stravagante ma bisogna dirlo, in certi casi, queste opere artistiche possono anche ampliare certi sapori, come nella foresta di bambù, dove raggi verdi in movimento “tagliano” di netto, come lame di guerrieri samurai, quei meravigliosi fusti. In altri casi forse l’incanto è poco naturale, come i fiori di loto adagiati sul laghetto del Giardino giapponese risultando poco apprezzabili, ma dall’altro canto le luci colorate tutto intorno fanno risaltare i suoi bei aceri. Alcune opere luminescenti incantano principalmente i bambini come le fate degli alberi o le ali di Trilli ma in generale si respira per lo più entusiasmo e stupore, e la quantità di cellulari che si vedono roteare in aria pronti a diffondere tutto ciò nell’etere, ne sono la prova. Devo ammettere che anche io mi sono molto divertita a fotografare un luogo che in teoria conoscevo molto bene ma che risultava stravolto completamente. Luci che apparivano e sparivano, colori in continuo cambiamento, alberi che prendevano forma diverse perché magari illuminati da sotto e non da sopra, hanno stimolato parecchio la mia creatività. Certo, per quello che possiamo definire come “la cultura del verde e della natura”, non sono certa che tutto questo abbia un riscontro positivo ma di sicuro l’altissima affluenza fa ben sperare che forse, anche solo alcuni di loro, la prossima primavera si ricorderanno di questo luogo magico per tornare a goderselo nel suo aspetto più naturale. Foto ©CRISTINA ARCHINTO Altri giardini botanici e vivai Vivai cuba Orto Botanico di Berlino Orto botanico di Madrid Orto botanico di Amsterdam Orto botanico di Napoli Giardino Botanico Nuova Gussonea Orto Botanico di Catania Orto Botanico di Ginevra
- Il Giardino dei Tarocchi | Terrimago
Un luogo dove sculture le sculture monumentali di Niki de Saint Phalle dalle fattezze rotonde e dai colori sgargianti, uniche nel loro genere, ti risucchiano in un mondo fantastico e da sogni psichedelici, pur mantenendo una completa armonia con un paesaggio morbido e tipicamente mediterraneo. TOSCANA IL GIARDINO DEI TAROCCHI Le maestose opere di Niki de Saint Phalle immerse nella macchia mediterranea Fotografie e testo ©Cristina Archinto "La Papessa" Era il 1974 quando Niki de Saint Phalle, costretta ad un periodo di convalescenza a St. Moritz, incontra la collezionista d’arte Marella Agnelli nonché moglie di Gianni Agnelli. Le due donne si piacciono subito e l’artista le racconta il progetto che già da un po’ le frulla in testa. Una volta tornate in Italia Marella, insieme ai fratelli Carlo e Nicola Caracciolo, decidono di metterle a disposizione un lotto del loro terreno a Garavicchio, in Toscana, per la realizzazione de Il giardino dei Tarocchi, un perfetto connubio tra arte, natura e spiritualità. Un luogo dove sculture monumentali dalle fattezze rotonde e dai colori sgargianti, uniche nel loro genere, ti risucchiano in un mondo fantastico e da sogni psichedelici, pur mantenendo una completa armonia con un paesaggio morbido e tipicamente mediterraneo. Il cortile del "L'imperatore" Niki de Saint Phalle (1930-2002) è stata una celebre artista francese di origine statunitense, nota per la sua versatilità artistica attraverso molteplici media, tra cui scultura, pittura, installazione e performance. Nata a Neuilly-sur-Seine, in Francia, da genitori franco-americani, Niki ha trascorso parte della sua giovinezza negli Stati Uniti e la sua carriera artistica inizia negli anni '50, con dei dipinti influenzati dal movimento artistico del Nouveau Réalisme. Tuttavia, nel tempo diventata particolarmente famosa per le sue opere scultoree monumentali. La pratica artistica di Saint Phalle in generale è intrisa di simbolismo, femminismo e un approccio audace e provocatorio. Molte delle sue opere scultoree rappresentano figure femminili vigorose e assertive, spesso dipinte con colori vivaci e audaci. Saint Phalle ha utilizzato l'arte come strumento di espressione personale e come mezzo per affrontare temi sociali, come la liberazione delle donne e la denuncia della violenza di genere. L'interno de "L'imperatrice" Resta di fatto che uno dei suoi progetti più rappresentativi è sicuramente Il giardino dei Tarocchi, un complesso scultoreo, dove vengono rappresentati i diversi Arcani dei tarocchi, un lavoro di amore e dedizione, realizzato con l’aiuto di da Jean Tinguely e Doc Winsen, dove le imponenti e maestose statue sembrano prendere vita. Le figure mitologiche e mistiche scolpite in pietra e metallo, dominano il paesaggio con la loro presenza enigmatica. Ogni carta rappresenta una personalità unica e complessa, trasmettendo un senso di antica saggezza e potere. A incominciare dal “Il Mago”, come lo chiama l’artista “Il grande giocoliere. Il Dio che ha creato la meravigliosa farsa di questo mondo nel quale viviamo” e la “Papessa, la grande sacerdotessa del potere femminile”. Queste due opere sono state costruite nel 1980 insieme alla più iconica tra le architetture-sculture di questo luogo l’”Imperatrice-Sfinge”. Posta in una posizione dominante rispetto al resto del parco, questa figura imponente e opulenta richiama alla memoria le Nanas, figure femminili rotonde e gioiose che incarnano un'immagine positiva e potente della donna, nate a partire dagli anni Sessanta. Come Mondrian aveva trasformato il suo appartamento di Parigi in un gigantesco dipinto, Niki ha vissuto all’interno dell’Imperatrice, per tutto il tempo della costruzione del giardino. Ancora oggi gli arredi si presentano come parte integrante della enorme scultura, un variopinto appartamento in cui le forme e i colori si confondono con l'ambiente circostante la macchia mediterranea con alberi e gli arbusti resistenti alla siccità e alle alte temperature estive. "La forza" Piante come il ginepro, il lentisco, la fillirea, l'elicriso, il cisto, l'alloro, l'erica, il corbezzolo e l'alaterno sono la cornice a queste giganti opere d’arti. Sono presenti anche parecchi esemplari di olivi, che rispecchiandosi per merito delle piccole parti riflettenti in stile mosaico delle opere, si illuminano quasi fossero loro veri protagonisti.Piante come il ginepro, il lentisco, la fillirea, l'elicriso, il cisto, l'alloro, l'erica, il corbezzolo e l'alaterno sono la cornice a queste giganti opere d’arti. Sono presenti anche parecchi esemplari di olivi, che rispecchiandosi per merito delle piccole parti riflettenti in stile mosaico delle opere, si illuminano quasi fossero loro veri protagonisti. I mosaici che ricoprono le figure sono stati realizzati con la tecnica trecadis che consiste nell'applicazione di frammenti di ceramica, vetro e specchio, tagliati in modo irregolare, fissati su intonaco bianco. Lo scopo di questa tecnica è quello di riuscire a dar vita a costruzioni somiglianti a creature viventi. Ne è l’esempio “La forza” dove una tenera fanciulla domina un drago temibile verde, tenendolo legato a un guinzaglio invisibile, o “Il diavolo” dalle sue ali variopinte. "La'Imperatrice", la scala de "Il mago" e "La luna" Scoprire tutte le carte con la dicitura esatta dell’artista è molto interessante e apre le porte a nuove consapevolezze. Come del resto il pensare che l’artista ci abbia messo più di vent’anni a realizzare questo giardino, dimostra infatti quanto fosse connessa con questa sua opera enorme e l'impegno personale che vi ha investito. Anche la presenza di una squadra di persone locale, che l'artista ha formato e che continua a mantenere il giardino, testimonia la sua volontà di coinvolgere parecchio la comunità locale e di assicurarsi che il suo lavoro sia preservato e curato nel tempo. "La temperanza" Niki de Saint Phalle è considerata una figura molto influente nell'arte contemporanea e il suo lavoro continua a essere esposto in importanti musei e gallerie in tutto il mondo. La sua eredità artistica è caratterizzata dalla sua capacità di trasformare il dolore personale in opere di bellezza e gioia, ispirando generazioni di artisti e appassionati d'arte e passeggiare in questa suo giardino è un vero e proprio percorso verso l’arte in ogni sua forma, un percorso spirituale ricco di messaggi, che ti spinge a riflessioni fuori dall’ordinario, quasi al limite. GALLERY Fotografie ©CRISTINA ARCHINTO Info: Sito ufficiale Altri GIARDINI e PARCHI Villa Marlia Giardini Botanici di Villa Taranto Giardini Botanici di Villa Taranto I giardini di Villa Melzi I giardini di Villa Melzi Parco giardini di Sicurtà Parco giardini di Sicurtà Gairdino di Villa Lante Villa Lante parco del Flauto Magico Parco Flauto Magico Bomarzo
- Orto Botanico di Berlino | terrimago
L'Orto Botanico di Berlino coi suoi 43 ettari 22.000 specie di piante, le sue 15 serre e il suo museo didattico è uno degli orti più grandi del mondo ed è una vera e propria istituzione botanica. GERMANIA ORTO BOTANICO DI BERLINO Il Mondo in un Giardino Fotografie Cristina Archinto Testo Carla De Agostini e Noa Terracina L ’Orto Botanico di Berlino coi suoi 43 ettari e le sue 22.000 specie di piante è una vera e propria istituzione botanica ed è uno dei più grandi al mondo. Fondato nel 1679 come luogo adibito alla coltivazione di ortaggi, si è poi spostato nel quartiere di Lichterfelde, subendo una trasformazione significativa in giardino paesaggistico tra il 1897 e il 1910 sotto la direzione di Adolf Engler il cui motto era “il mondo in un giardino”. In un terzo dell’intera area esterna dell’orto le piante sono disposte in un ordine fitogeografico, ovvero per area geografica , per cui in quest’area è come passeggiare per i diversi habitat del mondo: dai boschi alle praterie, e dalle montagne degli Stati Uniti a quelle dell’Asia. Per esempio, nei giardini rocciosi sono rappresentati gli Appalachi del versante atlantico e le montagne del Pacifico californiano. Si può poi attraversare l’altopiano anatolico e l’Himalaya, dove è riprodotta la vegetazione sia del versante occidentale caratterizzato da lunghe piogge monsoniche, sia di quello orientale con mesi ancora più umidi e differenze visibili. Per poi concludere in Giappone, dove si possono riconoscere Prunus , Magnolie, e vari tipi di foresta con ad esempio la Cryptomeria japonica e la Sophora japonica . Le zone esterne sono altrettanto interessanti, si passa per l'arboreto che raggruppa gli alberi in base alle loro relazioni naturali, il giardino che stimola l'olfatto e il tatto con piante aromatiche comuni e non , o il giardino delle piante medicinali con circa 230 tipi di piante disposte per aree di applicazione per specifiche malattie, c'è persino un piccolo giardino all’italiana, fino ad arrivare alle paludi e ai giardini acquatici con 200 piante di cui alcuni esemplari in via di estinzione. Un altro angolo molto piacevole è il roseto, molto ben tenuto, ha una notevole collezione di rose da tutto il mondo . Infine, c’è la zona delle piante erbacee, in parte protetta dal passaggio dei visitatori, con al suo interno un’ottantina di piante in via di estinzione. Ma il vero fiore all’occhiello è la grandissima Serra Tropicale, dichiarata Patrimonio dell'Umanità , che da oltre cent’anni è il simbolo del Giardino Botanico. Esempio notevole di architettura in vetro e acciaio del XIX secolo, ancora oggi è una delle serre autoportanti più imponenti e più grandi del mondo, con più di 1.400 specie di piante. Distrutta nell’autunno del 1943 durante la guerra, negli anni 60’ viene ricostruita una prima volta, ma solo grazie all’ultima ristrutturazione del 2009 con materiali tecnologici innovativi diventa una struttura completamente all’avanguardia: con forti risparmi energetici, fino punte al 70% negli impianti di climatizzazione, fondamentali nelle serre. Suddivisa in quattordici ambienti distinti tutti collegati, è da sempre un incanto per chi vi passeggia per la sovrabbondanza di piante e fiori variopinti di ogni tipo e specie: dai bambù giganti nella serra tropicale, alle felci con più di 200 anni , con la collezione di orchidee e piante carnivori nella serra delle felci. Anche le succulente, provenienti dalle regioni tropicali e subtropicali del Vecchio Mondo, hanno una loro serra , in cui dominano le specie di Euphorbia, a forma di candelabro, e di aloe con le loro grandi foglie carnose. La serra vicina invece presenta un paesaggio di succulento del Nuovo Mondo, dove risiedono soprattutto cactus cresciuti a dismisura, ma anche specie come le agavi e altre Crassulaceae . L’ultima arrivata invece è la Victoria House, dove oltre a primeggiare le famose ninfee giganti , come la Victoria Amazonica che con le sue imponenti foglie galleggianti può sopportare fino a un peso di oltre 100 kg distribuito uniformemente, si studiano anche alcune specie che secondo Frontiers Plants Biology sono in via di estinzione, come in Bolivia a causa della distruzione del loro habitat. Un altro luogo di eccellenza è il Museo Botanico aggiunto nel 1905 al complesso dell’Orto Botanico: unico nel suo genere in tutta l’Europa centrale, conserva oltre al prezioso patrimonio dello storico erbario regio e dell’erbario berlinese, gli studi focalizzati sulle interazioni tra i viventi con la chimica dei terreni, la fisica e l’idrologia. Tale impostazione è ereditata dalle ricerche di Adolf Engler, celebre per il suo approccio alla tassonomia delle piante, basato su schemi evolutivi ispirati da Charles Darwin, cui aggiunge l’importanza della distribuzione geografica: l’idea per cui le piante si adattano alle condizioni climatiche, formando delle comunità. In quegli anni presto si parlerà di biotopo, ossia di unità minime territoriali che permettono lo sviluppo di organismi viventi, piante e animali, con determinate caratteristiche fisico-chimico-climatiche; un concetto cruciale per lo sviluppo e la conoscenza di habitat, climi ambientali e dell’odierna ecologia. Per questo la visita al museo è dedicata, oltre che alla discendenza delle piante, ai tipi di vegetazione e ai loro diversi ambienti, all’influenza che l’ambiente e le condizioni climatiche esercitano sulla morfologia delle piante. L’Orto Botanico di Berlino è veramente un crocevia di conoscenze e biodiversità , un luogo di studio e ricerca, ma anche di ospitalità per chiunque voglia passeggiarvi e respirare aria da tutto il mondo. Non c’è stagione che non si distingua egregiamente per i suoi colori, profumi, o scenari, e ogni scusa è buona per passare da qui. IN EVIDENZA LA VICTORIA AMAZONICA La Victoria Amazonica è un nome che ci evoca quelle enormi foglie galleggianti su l’acqua. Ma non tutti sanno che è stata la morfologia di questa ninfea unica a ispirare la serra Crystal Palace di Kew di Londra nel 1851, realizzato in ferro e vetro. L’idea parte proprio dalla forza della foglia, le cui costole della faccia inferiore, organizzate come un sistema di contrafforti, riescono a reggere fino a 100 kg un peso distribuito uniformemente. Le foglie centriche a simmetria radiale rigide e coperte da robuste spine sono rinforzate da più nervature concentriche e flessibili distribuite in direzione opposte, caratteristica morfologica che si ripresenta nella soluzione costruttiva del Crystal Palace. Ma il fascino delle Victoria non si ferma qua, i loro enormi fiori possono raggiungere i 30 cm di diametro, e sbocciano solamente per un giorno e due notti. La prima sera, al crepuscolo, si apre un grosso bocciolo ricoperto di spine e appare un fiore bianco che grazie a una reazione termodinamica innalza la propria temperatura interna 11 gradi sopra a quella ambientale. Questo calore sprigionato e un profumo, simile all’ananas attraggono i coleotteri che all’alba, quando il fiore si richiude, vi rimangono intrappolati. Ma non essendo piante carnivori non muoiono, bensì vi trascorrono la giornata nutrendosi delle appendici floreali ricche di amido. La seconda notte il fiore cambia colore, e prende le tinte del rosa o del rosso e al tramonto libera gli insetti, che intrisi di polline vanno a fecondare un altro fiore. All’alba del secondo giorno il fiore appassisce, si richiude e si immerge, ed è lì che maturerà il frutto. Link Serra Victoria GALLERY Foto ©CRISTINA ARCHINTO Info: Sito ufficiale Altri giardini botanici e vivai Orto botanico di Madrid Orto botanico di Amsterdam Orto botanico di Napoli Orto Botanico di Zurigo e la Serra Malgascia Giardino Botanico Nuova Gussonea Orto Botanico di Catania Orto Botanico di Ginevra Centro Botanico Moutan
- Orto botanico di Meise | Terrimago
L'orto botanico di Meise, uno dei più vasto d'Europa, ha un acollezione di altre 2500 esemplari di rodedendri e azalee, una notevole serra d'inverso e boschi con alberi secolari. Bruxelles L'Orto Bota nico di Meise Fotografie e testo di Cristina Archinto Una parte del bosco con un tappeto di Allium ursinum All’Orto Botanico di Meise, anche conosciuto come Jardin botanique Meise che si trova a circa 10 km a nord-ovest di Bruxelles, in Belgio, si cammina, si cammina e si cammina ancora! Attualmente è l’orto botanico più vasto del mondo e a fine giornata tutti quei chilometri si sentono ma ne sono valsi la pena. La sua storia è piuttosto antica, inizia nel 1796 quando il governo austriaco decise di creare un giardino botanico presso il castello di Bouchout, a Meise. L'obiettivo principale del giardino era quello di coltivare piante medicinali e alimentari. Nel corso dei secoli successivi, il giardino botanico si sviluppò notevolmente, anche grazie alla collaborazione con l’università di Lovanio, fino a diventare l'Orto Botanico Nazionale del Belgio. Oggi si estende su un'area di 92 ettari e ospita oltre 18.000 specie di piante provenienti da tutto il mondo, molte delle quali sono conservate nelle serre del giardino. Inoltre, il giardino svolge importanti attività di ricerca e conservazione della biodiversità, lavorando in collaborazione con altre istituzioni botaniche in tutto il mondo. Rododendron Fortunei e Rododendron Gladis rose Inoltrandosi nel bosco il primo incanto si ha davanti alla vastissima collezione di azalee e rododendri situata all’ombra di esemplari secolari di alberi. Una collezione di origini antiche e una delle più importanti d'Europa che comprende molte specie rare e in via di estinzione provenienti da tutto il mondo. La prima azalea fu piantata all'Orto Botanico nel 1796, ma la vera espansione della collezione avvenne sotto la direzione di Édouard Morren, dal 1869 al 1892, il quale fece molte spedizioni botaniche in Asia, Africa e America, dove raccolse numerose piante di azalee e rododendri. Inoltre, Morren fu un pioniere nella creazione di ibridi di azalee, ottenendo risultati che gli valsero numerosi premi in fiere botaniche internazionali. Oggi questa collezione comprende oltre 2.500 specie e varietà di azalee e rododendri. Durante la fioritura, che solitamente avviene tra aprile e maggio, si ha questa esplosione di colori in varie tonalità di rosa, rosso, viola e bianco. Una vera esperienza visiva. L'Orto Botanico inoltre organizza ogni anno un festival delle azalee, con visite guidate, conferenze e altre attività incentrate sulle azalee e i rododendri. Azalee e rododendri Il nome scientifico del genere delle azalee, Rhododendron, è stato dato solo nel 1753 dal botanico svedese Carl Linnaeus, che ha classificato le piante in dettaglio nel suo "Species Plantarum". Il nome "azalea" invece, deriva dal greco "azaleos", che significa "asciutto", e si riferisce alla capacità delle piante di tollerare terreni asciutti. Le azalee e i rododendri anche se sono piante appartenenti alla stessa famiglia botanica, quella delle Ericaceae, hanno molte differenze tra loro quali la fioritura: le azalee hanno fiori a forma di imbuto con cinque lobi, mentre i rododendri hanno fiori a forma di campana con dieci lobi. Per quanto riguarda le foglie quelle delle azalee sono generalmente più piccole e sottili rispetto a quelle dei rododendri. Inoltre, le foglie delle azalee tendono ad essere più morbide e leggere. Anche gli habitat naturale sono diversi: quello delle azalee sono solitamente originarie di zone boschive delle regioni temperate e subtropicali dell'Asia, dell'Europa e dell'America del Nord, mentre i rododendri sono più comuni nelle regioni montane dell'Asia orientale, del nord America e dell'Europa. La differenza c’è anche nella dimensione; i rododendri tendono ad essere più grandi e ad avere una crescita più lenta rispetto alle azalee. La serra invernale L'Orto Botanico di Meise ospita anche una vasta collezione di alberi provenienti da tutto il mondo, molti dei quali di significativa rarità, bellezza o importanza culturale. Come la Sequoia gigante alberi originari della California che sono tra i più grandi alberi del mondo. Il Ginkgo biloba un albero antico che è stato descritto come un fossile vivente e ha una lunga storia di uso medicinale. Il Cedro dell'Atlante un albero originario del Nord Africa che è noto per la sua resistenza alla siccità e alla degradazione ambientale. E il Pino di Wollemi un albero che è stato scoperto solo nel 1994 e si credeva estinto da oltre 90 milioni di anni. Oche egiziane L’attuale serra, nota anche come "serra invernale", fu costruita tra il 1952 e il 1958. Struttura innovativa e doveva rimpiazzare la vecchia serra distrutta dalla guerra, con un sistema di riscaldamento basato sull'energia geotermica e un sistema di ventilazione naturale che permetteva il controllo dell'umidità all'interno della serra. La serra invernale oggi ospita una vasta collezione di piante tropicali e subtropicali, tra cui molte specie rare e in via di estinzione, tra cui molte specie di Araceae, come il Colocasia gigantea. Oltre alla serra invernale, l'Orto Botanico di Meise ospita anche altre serre specializzate, tra cui serre per le piante carnivore, le orchidee e le palme. Passeggiando per il vasto orto si può giungere anche a un lago artificiale, un'importante zona di riproduzione e di sosta per numerose specie di uccelli migratori come le oche egiziane (Alopochen aegyptica), originaria dell'Africa subsahariana. Quest’oca è un uccello di grandi dimensioni, ha un'apertura alare fino a un metro e mezzo. Ha una caratteristica testa e collo neri, un piumaggio marrone-grigiastro sul corpo e una coda bianca e vive felicemente in grandi gruppi spesso vicino all’acqua dolce come qua, e sono bellissime da osservare. GALLERY Fotografie ©CRISTINA ARCHINTO Info: Sito ufficiale Altri GIARDINI e PARCHI Giardino di Villandry Giardini di Villandry Giardini Botanici di Villa Taranto Giardini Botanici di Villa Taranto I giardini di Villa Melzi I giardini di Villa Melzi Parco giardini di Sicurtà Parco giardini di Sicurtà Gairdino di Villa Lante Villa Lante parco del Flauto Magico Parco Flauto Magico Bomarzo Parco Villa la Grange
- Il prato di Villa Pisani | terrimago
Nel grandissimo prato di Villa Pisani la proprietaria Mariella Bolognesi Scalabrin dieci anni fa ha deciso di creare un quadro impressionista con più di cento mila tulipani e fiori spontanei primaverili in onore della storia e delle emozioni condivise e vissute dalla precedente proprietaria Contessa Evelina van Millingen Pisani. BOTANICA VILLA PISANI UN PRATO IMPRESSIONISTA Fotografie Cristina Archinto Testo Carla De Agostini N el grandissimo prato di Villa Pisani a Vescovana la proprietaria Mariella Bolognesi Scalabrin dieci anni fa ha deciso di creare un quadro impressionista con più di cento mila tulipani e fiori spontanei primaverili in onore della storia e delle emozioni condivise e vissute dalla precedente proprietaria Contessa Evelina van Millingen Pisani. Ogni anno per mantenere questa meravigliosa opera Mariella Scalabrin pianta quarantamila nuovi bulbi, che poggia e ricopre di terra con le sue stesse mani. Tutti in posizioni studiate, l'intenzione è di accostare la superba raffinatezza del tulipano alla bellezza umile del fiore spontaneo primaverile. Questo lavoro viene minuziosamente pensato ogni anno, la scelta dei bulbi è in relazione all’altezza e alla diversa fioritura dei fiori spontanei, come il tarassaco, il ranuncolo o l’iris, sceglie il colore del tulipano, e alterna fioriture precoci, medie o tardive, in modo che il prato rimanga colorato e omogeneo fino alla fioritura degli ultimi soffioni. Tulipani e fiori spontanei si relazionano coi tempi e le dimensioni, e Mariella Scalabrin segue tutto personalmente: “scegliendo dal catalogo puoi formare un quadro”, ci ha raccontato. E ci riesce perfettamente: due ettari di prato con sentieri che permettono di ammirare da vicino isole di colori mai banali, e gradazioni sempre accuratamente studiate. Nessun calice di tulipano ha un solo colore, ma gioca sulle striature, sulle qualità dei gialli, le nuances di bianchi, le screziature rosse o arancioni, o ancora le sfumature rosa o viola. La visione variopinta dei tulipani da più di 90 colori concede emozioni inaspettate e racconta la magia di un prato coltivato a mano con l'amore e il duro lavoro di una proprietaria sempre attenta, senza la rigidità di una macchina che impone il proprio disegno sul terreno. Mariella Scalabrin è molto legata alla Villa e alla storia affascinante di Evelina Pisani, e ogni volta che accoglie un visitatore nel suo giardino non perde occasione per parlarne e diffondere l’amore e il rispetto per i fiori che questo luogo racchiude e valorizza ad ogni fioritura. GALLERY Foto ©CRISTINA ARCHINTO Info: Sito ufficiale Altri AMBIENTi E BOTANICA Papaveri e api Vie cave opuntia fiorita Opuntia Alberi Caño Cristales Palmeti Palmeti Caldara di Manziana Terra scoscesa