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BOTANICA

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Victoria amazonica

Le Victoria
Meraviglia della Natura

e fonte di continue scoperte.

Fotografie Cristina Archinto
Testo Cristina Archinto e Carla de Agostini

 La Victoria è una pianta che da sempre affascina l’uomo, la sua scoperta nel mondo occidentale risale agli inizi del 1800. Le enormi foglie possono reggere pesi inaspettati grazie a un particolare reticolato che nella faccia inferiore della foglia intrappola l’aria creando dei cuscinetti che permettono alla foglia di reggere non solo il suo peso ma anche quello di una bambina, come prova la prima fotografia, di una lunga serie, realizzata nel 1932 a Kew Gardens.

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La foto realizzata nel 1932 a Kew Gardens

La Victoria è una Nymphaeaceae e solo da poco si è scoperto che le specie non sono solo due ma tre: la Victoria Amazzonica, la V. Cruziana e, l’ultima arrivata, la V. Boliviana. Un tempo quest’ultima si considerava solo una varietà, ma grazie al lavoro del botanico e ricercatore dei Kew Gardens Carlos Magdalena si è scoperto che la V. Boliviana è una vera e propria nuova specie. Le principali differenze sono nella diversa distribuzione delle spine e dei semi. Cresce in natura unicamente in una delle più grandi zone umide del mondo, il Llanos de Moxos, nella provincia di Beni in Bolivia. Carlos Magdalena ha sempre avuto un sospetto a riguardo, così già nel 2016 chiese all’Orto Botanico di Santa Cruz in Bolivia di mandargli dei semi e dopo anni di studi, di confronti e analisi genetiche è arrivato a queste scoperta. Confermata anche dal lavoro dell’illustratrice Lucy Smith, una collaboratrice dei Kew Gardens, incaricata di fare dei disegni scientifici della presunta nuova specie per poi metterli a confronto con quelli negli archivi dei Kew Gardens, dall’artista Walter Hood Fitch, che nel 1845 illustrò un esemplare il cui seme arrivava dalla Bolivia. Il tutto è poi stato rivelato al mondo con la pubblicazione di luglio di quest’anno, 2022, della rivista Frontiers in Plant Science. Un confronto diretto così in precedenza non era mai stato fatto perché gli esemplari provengono da tre diverse zone del mondo, ed è molto raro riuscire a tenere le tre diverse specie di Victoria nello stesso orto botanico, visto il notevolissimo spazio che occupano.

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Victoria cruziana, Orto Botanico di Meise in Belgio

La storia della “scoperta” della Victoria è piena di protagonisti in giro per il mondo ed ha inizio nel 1801 quando il botanico e naturalista boemo Tadeáš Haenke, mandato in Bolivia dal governo spagnolo per studiare la flora locale, avrebbe visto per la prima volta la Victoria sul fiume Mamore', uno degli affluenti del Rio delle Amazzoni, purtroppo morì senza riuscire a registrare la sua scoperta. Poi fu la volta di Aime Bonpland che vide la pianta in Argentina nel 1819 e nel 1825 inviò in Francia i semi e una descrizione completa.

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Victoria amazonica nella serra "Victoria haus" a Berlino

Nel 1832 fu la volta di Eduard Poeppig che la trovò sul Rio delle Amazzoni ma supponendo che appartenesse allo stesso genere dell'asiatica Euryale ferox gli diede il nome di Euryale amazonica. Alcide d'Orbigny vide invece la pianta a Corrientes in Argentina e il botanico tedesco Robert Schomburgk trovò la Victoria sul fiume Berbice, nella Guyana britannica e nel 1836 inviò in Europa esemplari e figure. Fu da questi esemplari che nel 1837, il botanico e orticoltore inglese John Lindley stabilì il genere Victoria e descrisse la specie regia in onore della Regina Vittoria.

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Victoria boliviana a Kew Gardens 

@ E. Johnston

Per quanto riguarda la coltivazione fu Robert Schomburgk il primo a tentare di coltivare la Victoria, cercando di trapiantarla da laghi e torrenti a Georgetown, nella Guyana britannica, ma le piante morirono. Nel 1846 fu Thomas Bridges a inviare in Inghilterra dei semi confezionati in un barattolo di argilla umida. Dei 25 ricevuti al Kew Gardens, tre germogliarono e crebbero bene come piantine fino all'inverno, quando purtroppo morirono anche loro. Alla fine, dopo altri tentativi, furono due medici inglesi, Rodie e Luckie, che nel febbraio del 1849 inviarono a Kew dei semi in una bottiglia di acqua fresca. La prima pianta fiorì l'8 novembre 1849 in una serra appositamente costruita nella tenuta del Duca del Devonshire a Chatsworth e fu allora che uno dei primi fiori fu reciso e donato alla Regina Vittoria.

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Il profilo di una Victoria Amazonica

A quel tempo il capo giardiniere del Duca del Devonshire era Joseph Paxton e fu proprio la morfologia di questa ninfea unica a ispirarlo nella creazione della serra Crystal Palace di Kew di Londra per ospitare la prima Esposizione Universale nel 1851, realizzato in ferro e vetro. L’idea parte proprio dalla forza della foglia, le cui costole della faccia inferiore, organizzate come un sistema di contrafforti, riescono a reggere fino a 45 kg di peso se distribuito uniformemente. Le foglie centriche a simmetria radiale rigide e coperte da robuste spine nella parte sottostante, per non farsi mangiare dai pesci, sono rinforzate da più nervature concentriche e flessibili distribuite in direzione opposte, caratteristica morfologica che si ripresenta nella soluzione costruttiva del Crystal Palace. Per questo e altri risultati, Paxton ricevette l'onorificenza di Cavaliere da sua maestà.

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Crystal Palace del 1851 realizzato in ferro e vetro

Ma il fascino delle Victoria non si ferma qui, i loro enormi fiori possono raggiungere anche i 30 cm di diametro, e sbocciano solamente per un giorno e due notti. La prima sera, al crepuscolo, si apre un grosso bocciolo ricoperto di spine e appare un fiore bianco che grazie a una reazione termodinamica innalza la propria temperatura interna 11 gradi sopra a quella ambientale. Questo calore sprigionato e un profumo simile all’ananas, attraggono i coleotteri che all’alba, quando il fiore si richiude, vi rimangono intrappolati. Ma non essendo la Victoria una pianta carnivora non muoiono, bensì vi trascorrono la giornata nutrendosi delle appendici floreali ricche di amido. La seconda notte il fiore cambia colore, prendendo tinte di rosa o di rosso e al tramonto libera gli insetti, che intrisi di polline vanno a fecondare un altro fiore. All’alba del secondo giorno il fiore appassisce, si richiude e si immerge, ed è lì che maturerà il frutto.

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Fiore di Victoria amazonica e Victoria cruziana

Oggi a Kew Gardens l’impollinazione viene fatta manualmente, viene realizzata in estate e la raccolta dei semi in autunno. Una temperatura costante di 15° impedisce la morte dei semi o la germinazione prematura. Viene utilizzato un processo di sbucciamento dei semi detto nicking the seeds che li aiuta a germinare prima, cosa che accade dopo dieci giorni. I semi germogliati inizialmente vengono posti in un piccolo vaso in acqua, e gradualmente spostati in vasi più grandi e infine vengono posti in uno grande con terreno argilloso come substrato. Le piantine hanno bisogno di una temperatura non inferiore ai 31° mentre le piante adulte crescono tra 26° e 31°. Poiché la pianta ha bisogno di luce, in inverno si usano lampadine ausiliarie per orticole per circa 12 ore ed è per questo che in natura la gigantesca ninfea muore in autunno a causa della poca luce.

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Victoria amazonica together with Australia's blue water lilies in the Water Lillie House in Kew Gardens

La Victoria nel suo habitat naturale ha un inquilino molto particolare il Trotter lily o Jacana, un uccello dalle zampette, dita e artigli lunghissimi che corre di Victoria in Victoria e si ciba degli insetti che si trovano sopra e sotto le foglie che ribalta abilmente col suo, anch’esso, lungo becco. Inoltre nidifica sulla foglia deponendo uova lucide come lo strato ceroso che le ricopre, mimetizzandole perfettamente. Oggi giorno, sebbene la pianta non sia minacciata dall’estinzione, i continui cambiamenti climatici nel bacino amazzonico e la inarrestabile distruzione della foresta amazzonica possono rappresentare una futura minaccia per questa meraviglia della natura fonte di continue nuove scoperte.

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Victoria 'Trickeri' varietà della Victoria Cruiziana all'Orto Botanico di Chicago

GALLERY

Foto ©CRISTINA ARCHINTO

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